Giornata mondiale della terra – madri, sorelle, figlie difendiamo la creatura

di Stefania Schipani - giornalista e socia FIDAPA BPW Italy sez Roma

Non siamo né migliori né peggiori, e siamo la metà dell’umanità. Ma di fronte al lamento di una creatura che si è ammalata e che ha tanto bisogno di cure, siamo noi, là, ad accarezzare, a cantare una ninna nanna per rendere il riposo più tenero, a prestare amorevole attenzione affinché la medicina sia un po’ meno amara in attesa della guarigione.

Siamo noi donne. E la creatura ammalata è la nostra terra che oggi celebra la sua giornata per il secondo anno consecutivo in un clima ben poco festoso: la Giornata Mondiale della Terra, l’Earth Day, è la manifestazione che dedichiamo alla tutela del Pianeta ogni anno da 51 anni e anche quest’anno la viviamo in piena pandemia.

Noi madri, noi sorelle, noi figlie sappiamo bene che la nostra salute dipende dalla salute della terra. È la terra che nutre noi e i nostri figli e se la terra è ammalata non può darci cibo sano e se il cibo è malato lo saremo tutti noi.

Da sempre la madre è la figura che si assume il lavoro di cura. Forse siamo consapevoli, ancora una volta, di dover fare uno sforzo in più assumendoci la responsabilità di far guarire il nostro pianeta così maltrattato e sfruttato. Tutelare l’ambiente, condannare i soprusi, denunciare a voce alta l’illegalità, significa proteggere la casa che ci accoglie.

La pandemia ha reso più che mai evidente il nesso inscindibile tra gli esseri umani e la natura nel suo insieme: questo significa davvero globalizzazione. Lo stile di vita e l’impatto delle scelte al lato opposto del mondo, condizionano ogni gesto quotidiano anche da noi. Ora più che mai.

Non è una questione di femminismo. Ma le difficoltà che stiamo vivendo pone le donne nella condizione di recuperare quell’idea di natura che sia in grado di provvedere ai bisogni umani fondamentali. L’importanza rinnovata del ruolo delle donne nella tutela ambientale è collegato proprio al concetto di etica della cura dell’universo femminile.

Nessuna madre avvelenerebbe il cibo che deve dare al proprio figlio. In questo sta l’idea di un uso della terra diverso che rispetti l’equilibrio e il benessere.

La pandemia che stiamo attraversando è indiscutibilmente la conseguenza della rottura dell’equilibrio dell’ecosistema che ci deve portare a rivedere i nostri stili di produzione e di consumo per garantire la sopravvivenza futura. Deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità, cambiamenti climatici sono squilibri dovuti alla pressione umana, ad un modo distorto di rapportarci al nostro pianeta che non è più sostenibile. Il ruolo delle donne in questa fase è fondamentale.

Ma ricordiamoci che la battaglia per la tutela della terra viene realizzata non soltanto con le grandi manifestazioni planetarie di massa, ma anche con le scelte che facciamo nei piccoli nostri gesti quotidiani. Per questo diventa anche importante la scelta del cibo che portiamo sulle nostre tavole che dev’essere il risultato di un’agricoltura sana e non contaminata, o che proviene magari da un piccolo orto coltivato vicino alle nostre case, nelle nostre turbolente città, insieme ad altri cittadini e non da migliaia di chilometri di distanza.

La parola “Terra” in quasi tutte le lingue del mondo ha una radice femminile: nelle Lingue Slave e Baltiche, in quelle Germaniche, nelle lingue romanze, e ancora nelle lingue hindi, nel sanscrito, nel greco, ecc.

Se allora i popoli sin dall’antichità hanno avuto l’idea di Terra Mater, perché è la terra che ci nutre e ci permette di vivere, allora noi donne adesso, ancora con più forza, dobbiamo rivendicare il nostro ruolo e lottare sempre di più per proteggere il nostro fragile Pianeta.

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