Voce del verbo donna

Storia di indipendenza, tenacia e capacità di guardare oltre.

La donna è un firmamento, ma se un uomo non sa leggerle dentro, vede solo la notte 
(Alda Merini).

La donna è sempre stata fonte d’ispirazione e soggetto sia dell’arte figurativa sia della letteratura, rappresentata e declamata nelle sue molteplici forme. Dalle rappresentazioni preistoriche, in cui la sua immagine era legata alla fertilità, alla donna stilnovista, esaltata come la più bella e la più nobile, dalla donna ammaliatrice dei Preraffaelliti alle battaglie per i pari diritti dell’Epoca Moderna.

Artemisia Gentileschi, una delle poche donne entrate nella storia dell’arte italiana ed europea, Nilde Jotti, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei Deputati, Maria Grazia Deledda, Premio Nobel per la Letteratura nel 1926, Maria Montessori, “madre” del metodo che prende il suo nome, usato con successo in migliaia di scuole in tutto il mondo,Rita Levi-Montalcini, Senatrice a vita per i suoi altissimi meriti in campo scientifico, Premio Nobel per la medicina nel 1986 e prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze.  Sono solo alcuni nomi di donne che a caro prezzo hanno smentito secoli di soprusi e discriminazioni, frutto di un mero prodotto culturale e non conseguenza di una sola e naturale diversità biologica.

Nelle prime società umane la donna godeva di una grande considerazione per la sua facoltà di procreare, basti pensare ai culti della Grande Madre. In epoca sumera e babilonese poteva addirittura disporre dei propri beni, stipulare contratti e fare testamento. La posizione della donna nell’A.T. era superiore a quella che le riconoscevano le nazioni pagane circostanti. La Grecia, l’Impero Romano e successivamente il mondo islamico, invece, erano lontani dal riconoscere in tal modo il suo valore. Il libro della Genesi al capitolo 1 attesta, infatti, la parità dell’uomo e della donna (maschio e femmina li creò), i quali ricevono da Dio la potestà di soggiogare la Terra (Gn 1, 27-28) pur con ruoli differenti: la donna è l’aiuto appropriato dell’uomo, la compagna ideale, tolta dal fianco perché pari all’uomo. In ebraico, l’uomo è ish , la donna è la isha, perché, come denota la stessa radice, essi hanno bisogno l’uno dell’altra per completarsi. I figli, inoltre, dovevano onorare e rispettare alla stessa maniera il padre e la madre (Es 20, 12). Donne come Sara, Rebecca, Miriam sorella di Mosè, Debora, ricoprivano un ruolo rilevante sia nella famiglia sia all’interno della comunità. Nel Nuovo Testamento, tale concezione trova compimento pieno in Gesù che perdonava le donne, le guariva, le ammaestrava, permetteva loro di seguirlo. Lidia, Priscilla e Febe, ad esempio, sono ricordate da Paolo come figure attive all’interno delle prime comunità cristiane.

Gli intellettuali medievali, invece, erano attanagliati da un feroce dubbio: la donna era dotata di un’anima come l’uomo oppure ne era priva come gli animali? L’epoca delle rivoluzioni mutò profondamente l’ordine politico, ma ben poco la condizione delle donna. Olympe de Gouges scrisse allora la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina: “Uomo, sei capace di essere giusto? […] Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di reprimere il mio sesso? […] Dammi, se hai il coraggio, l’esempio di questo tirannico potere.” (dalla Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, 1791). Alla fine dell’Ottocento le donne incominciarono ad avere maggior autonomia: alcune poterono accedere all’istruzione superiore, entrando a fare parte anche del corpo docente, altre lavoravano come infermiere, dattilografe, segretarie, commesse, operaie. La diffusione delle idee democratiche e la crescita dei sindacati avevano prodotto un miglioramento delle condizioni di lavoro anche della donna. Erano tuttavia retribuite meno degli uomini e discriminate da una società ancora fortemente patriarcale e maschilista.

Il Novecento vede nascere, prima negli Stati Uniti e successivamente in Gran Bretagna, le prime associazioni femminili, che lottano tenacemente per ottenere il diritto di voto e la possibilità di partecipare alla vita politica. Le suffragette chiedevano principalmente il suffragio universale al grido di “Fatti non parole!”. Durante la Prima Guerra Mondiale  dovettero sostituire gli uomini partiti per il fronte, lavorando nelle fabbriche e assumendo i ruoli chiave della società. Quando il conflitto ebbe termine non fu più possibile negare loro il diritto di voto. Nonostante questo, la parità con gli uomini era ancora lontana. La condizione delle donne peggiorò in Italia, in Spagna e in Germania, perché il fascismo e il nazionalismo ripresero molti aspetti della cultura maschilista e antifemminista. Le donne avvertirono così l’esigenza di associarsi per lottare insieme: urgeva il cambiamento della propria condizione all’interno della famiglia ed i diritti civili attendevano di essere riconosciuti. Nel secondo Dopoguerra, una nuova partecipazione delle donne alla vita pubblica costituì finalmente la porta d’accesso alla cittadinanza politica nell’Italia Repubblicana.

A Roma, Maria Castellani fu nominata nel 1928 delegata per il movimento in Italia, che portò alla formazione di un Circolo di Professioniste ed Artiste con medesime finalità cui tendeva la Federazione Americana. L’anno successivo fu eletta Presidente Nazionale dai circoli di Roma, Milano e Napoli che avevano fondato la Federazione Italiana, Associazione Donne Professioniste ed Artiste, con scopi di assistenza e cultura.

Nel 1968, dopo aver lottato per il diritto allo studio, al lavoro, alla parità di salario, era ancora necessario mettere in discussione ruoli accettati e consolidati da secoli e la qualità stessa della vita.  Nel 1970, infatti, nascono i primi collettivi femministi: sono le donne di Lotta Continua, a riunirsi in gruppi autonomi di discussione. Nel 1975 si arrivò all’approvazione del nuovo diritto di famiglia, che prevedeva, ad esempio, la separazione nel matrimonio fra rito religioso è rito civile, il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio e la patria potestà riconosciuta anche alla madre.

Secoli di discriminazioni, di negazioni, persino della possibilità di sognare. Le donne, eppure, non hanno mai perso la tenacia di lottare per un futuro migliore. Oggi (non dovunque purtroppo) sono padrone di se stesse, lavorano in (quasi) tutti i settori e godono della piena uguaglianza giuridica. Nei ruoli di potere, però, si tratta davvero di pari opportunità?

Le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza (Rita Levi Montalcini).

Virginia Di Mauro

Quando l'associazione è donna

Sono nati sempre più movimenti che riconoscono il  ruolo della donna quale risorsa indispensabile per tutta la società. Tra questi opera la BPW (Business and Professional Women).

La prima guerra mondiale aveva spinto le donne a lavorare fuori dall’ambito familiare, colmando, così, il vuoto lasciato dagli uomini impegnati sul fronte. Il governo degli Stati Uniti d’America affidò a Lena Madesin Philips, laureata in Legge nel 1917 presso l’Università del Kentucky, l’incarico di organizzare le donne lavoratrici, per inserirle nella Young Women’s Christian Association. Questa esperienza le consentì di procedere al censimento delle donne americane impegnate nelle professioni e negli affari.

Nel 1919 fondò la FBPW (Federation of Business and Professional Women) con il fine di potenziare il senso di responsabilità nella donna lavoratrice, elevarne il livello di cultura e di preparazione, renderla idonea ad intraprendere qualsiasi carriera, senza discriminazione di sesso e di razza. Era profondamente certa, inoltre, che una Federazione Internazionale di donne dedite agli affari e alle professioni avesse una grande missione.

Nel 1928 Lena Madesin Phillips arrivò in Europa, il continente che dopo la guerra aveva stabilito contatti economici, sociali, politici e culturali, con gli  Stati Uniti d’America, per estendere le finalità della Federazione Americana. A Roma Maria Castellani fu nominata nel 1928 delegata per il movimento in Italia, che portò alla formazione di un Circolo di Professioniste ed Artiste con medesime finalità cui tendeva la Federazione Americana. L’anno successivo fu eletta Presidente Nazionale dai circoli di Roma, Milano e Napoli che avevano fondato la Federazione Italiana, Associazione Donne Professioniste ed Artiste, con scopi di assistenza e cultura.

Oggi la Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari), appartenente alla Federazione Internazionale BPW (Business and Professional Women), è composta da più di 11000 donne. Su tutto il territorio nazionale esistono 287 sezioni, raggruppate in 7 distretti, il cui obiettivo comune è quello di promuovere le iniziative delle socie, sviluppare i loro progetti, sensibilizzare gli organi di competenza

90 anni di storia

La Sezione Roma della FIDAPA BPW Italy compie 90 Anni

L’ 8 gennaio 1929, nasceva la Sezione Roma della FIDAPA BPW Italy, 90 anni di storia al femminile, 90 anni di impegno profuso a sostegno delle Donne per essere considerate persone con pari opportunità.
L’8 gennaio 2019 alle ore 9,30 nella Sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma, si è svolto il Convegno
Il ruolo dell’associazionismo femminile negli ultimi 90 anni nella città di Roma e prospettive future” una delle tante iniziative organizzate intente a celebrare i 90 anni di storia femminile a Roma, un racconto di storia femminile a Roma, con uno sguardo al suo ruolo italiano ed internazionale.

Abbiamo lavorato affinché questo evento, dichiara Bettina Giordani non sia la celebrazione della sola Sezione Roma FIDAPA BPW Italy della quale ho l’onore di guidare come Presidente in carica, ma del più alto numero di associazioni femminili o associazioni con forte presenza di Socie FIDAPA presenti a Roma che, con le reciproche contaminazioni, iniziative, hanno negli anni sostenuto la causa femminile in questa città e possono continuare ad esserne motore pulsante culturale, economico, politico e sociale.

All’iniziativa, che si è avvalsa dei Patrocini della Presidenza dell’Assemblea Capitolina, del Consiglio regionale del Lazio e delle Consigliera di Parità Nazionale, insieme alla Presidente Sezione Roma Bettina Giordani che ha moderato l’evento,  hanno partecipato la Presidente Nazionale FIDAPA BPW Italy Caterina Mazzella (leggi  intervento) , la Presidente Internazionale Amany Asfour, la Coordinatrice Europea BPW Europe Giuseppina Bombaci (leggi intervento) e la Presidente del Distretto Centro Patrizia Bonciani, che con la loro presenza hanno attestato l’importanza del ruolo che questa città e le sue donne hanno avuto per la federazione nazionale ed internazionale

Fiorenza Tarricone

Il convegno ha visto gli interventi sulla storia dell’associazionismo e le sue origini a cura di Fiorenza Tarricone.
” L’associazionismo femminile, concretizzatosi su larga scala nella seconda metà dell’Ottocento, ebbe fin  dall’inizio molti nomi di battesimo: AlleanzaAssistenza, AssociazioneAusilioComitatoFederazioneLegaSocietàUnione. Tra ‘800 e ‘900 la varietà e la vastità delle iniziative femminili legate al movimento associativo sono state davvero imponenti. Uno studio dell’associazionismo femminile, sia nel particolare che nel generale, suppone due campi d’indagine, che a volte s’intrecciano, a volte procedono parallelamente. Uno è legato alla concretezza d’interventi e agli scopi pubblici e pratici che le associazioni si prefiggevano, l’altro alle motivazioni personali e psicologiche delle fondatrici e delle partecipanti. (…continua a leggere) 

il ruolo delle Consigliere di Parità presentato da Francesca Bagni Cipriani,l’omaggio alle Past Presidenti di Sezione con un pensiero speciale alle Past Presidenti nazionali Pia Petrucci e Angelica Biacca – Guarda video e articolo dedicato  ed un racconto video a cura di Adele Zannoni e Rita Gismondi sulla figura di Adele Bacci Pertici.
GUARDA VIDEO
Margherita Mazzelli, referente Task force Teaming Up, ha illustrato i risultati di un lavoro che parte dalla consapevolezza che insieme si può ambire a realizzare obiettivi sempre più alti. (leggi relazione)

La presentazione del Progetto MUSAico realizzato e studiato dalle Socie Young con il sostegno della socia Daniela Troina, in perfetta sintonia con gli obiettivi del Teaming Up, ha coinvolto più di 30 associazioni di Roma per raccontare un’immagine di collaborazione tra donne impegnate nel perseguire valori condivisi.( leggi l’articolo MUSAico dedicato al progetto in prossima pubblicazione) 

A chiusura la firma del gemellaggio tra la sezione Roma e Houston a cura della Chair Twinning Nellina Basile, Paola Ferrari Pres. BPW Houston e Bettina Giordani Sezione Roma FIDAPA BPW Italy con la cornice delle socie americane presenti. Un ponte ideale tra l’esperienza della storia di Roma e l’esigenza di agire in fretta sui tempi a noi più cari. Le due sezioni hanno scelto come tema comune, la CURA del Cuore delle Donne, la causa di decesso più frequente delle donne.

Di particolare prestigio è stato il momento del conferimento del Premio Donna FIDAPA Adele Pertici Bacci, assegnato a “Donne” speciali che incarnano i valori e le attitudini della mission “FIDAPA”.
Alla presenza del Presidente dell’Assemblea Capitolina – Roma Capitale On.le Marcello De Vito, il premio realizzato da Alessandra Mancini di Eventi Atelier è stato conferito a :
Mariella Enoc – Presidente Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ; 
Adele Zannoni Messina – Socia Fidapa, Professoressa delle Università Pontificie, Avvocato dei Tribunali Apostolici;
Claudia Limonta Rovagnati – Imprenditrice;
Elena Luviso – Presidente ADECOC ASVISAL VENTO DEL SUD, Giurista Informatica, Giornalista, Autrice di molteplici libri;

Manuela Maccaroni – Presidente Ass. Nazionale Avvocati per i Minori e le Famiglie, Ass. degli Avvocati Matrimonialisti e per le Famiglie di Fatto, Magistrato Onorario, Criminologa;
Roberta Giusti Fontana – Curatrice ed anima della Fondazione Micol Fontana;
Takoua Ben Mohamed – Giovanissima fumettista interculturale, Novellista grafica,  Imprenditrice.
Simonetta Di Pippo – Astrofisica, Direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio extra-atmosferico. Hanno premiato, oltre alle autorità presenti, Livia Turco, Maria Pia Garavaglia, Elena Marinucci, Daniela Colombo, Grazia Marino, Sarah Nappini